lunedì 25 maggio 2015

Orientation 4- The final!! (+ cena del 21/05)


Ciao popolo! Come va? Io molto bene!! Anche se ancora mega sotto stress per le ultime verifiche e interrogazioni!! Ma bando alle ciance, oggi sono qui per raccontarvi il quarto e ultimo incontro di Orientation, quindi let’s go!

Sabato scorso (21/05) c’è stato dunque l’ultimo incontro pre-partenza, come il secondo l’abbiamo fatto divisi, quindi ognuno nel proprio centro locale: quindi noi a Ravenna!! Sulle 15:00 ci siamo ritrovati tutti lì, anche questa volta con un sacco di cose buone da mangiare (anzi forse addirittura di più della volta scorsa perché poi finito l’incontro c’era una mini festa con tutti i genitori per salutare i partenti!!), e dopo aver salutatole volontarie e due exchange student, Ilaria e Alberto, abbiamo iniziato le attività!


Attività 1: Ci hanno divisi in coppie, possibilmente con gente che conoscevamo poco, e ci hanno dato cinque minuti per cercare di conoscere quante più cose possibili sull’altra persona. Durante questo tempo però dovevamo stare in piedi e con le punte dei piedi vicine al nostro compagno! Finito il tempo ci siamo confrontati per capire di quali argomenti avevamo parlato, quali quindi ci erano sembrati importanti per capire chi era l’altro. 
Quest’attività serviva dunque sia per farci capire che noi tendiamo a presentarci sempre con gli stessi argomenti, mentre in altre parti del mondo ne usano altri, sia per renderci conto che la nostra posizione rispetto all’altro (in questo caso molto ravvicinata) non è un elemento da poco per la buona riuscita del dialogo: infatti dobbiamo imparare a rispettare gli spazi degli altri, senza però chiuderci troppo nella nostra bolla


Attività 2: Ci siamo risistemati in cerchio e Alberto ci ha dato una pallina chiedendoci di passarcela dicendo sempre il nome della persona a cui la volevamo lanciare. Col passare del tempo poi la difficoltà aumentava in quanto alla prima pallina se ne sono aggiunte altre due, quindi tre in tutto. Ma non era finita qui: infatti i casini sono iniziati quando ci hanno tolto una pallina dicendoci che da quel momento c’era una pallina invisibile!! Progressivamente ci hanno poi tolto anche le altre…in breve tempo abbiamo iniziato a perdere le palline: non ci ricordavamo più chi le aveva o quante ne avevamo, insomma una gran confusione! Alberto ci ha guardati divertito e ci ha rassicurato che era tutto assolutamente normale: questo giochino serve per farci capire l’importanza dell’ascoltare gli altri, sempre e comunque, per evitare di “perderci” qualche cosa.



Attività 3: Ci siamo divisi in tre gruppi e ci hanno dato una missione: scoprire quante più cose possibili su una volontaria. Solo che ciascun gruppo aveva accesso ad una fonte diversa: uno alla sua pagina facebook, un altro poteva parlare con una volontaria sua amica e l’ultimo poteva parlare con la diretta interessata. Noi eravamo nel gruppo che poteva parlare con un’altra volontaria e abbiamo fatto un sacco di domande solo che, spesso, lei non sapeva rispondere. Alla fine del tempo prestabilito ci siamo riuniti e abbiamo confrontato le nozioni raccolte: erano molte e svariate infatti eravamo riusciti a cercare i dati giusti e a porre le giuste domande. Quest’attività serviva a capire che ci sono vari modi per arrivare ad un’informazione, non sempre ci sarà consentito di parlare con chi è personalmente testimone della cosa, dovremo quindi essere abili a reperire l’informazione da altre fonti, scartando però quelle sbagliate e superficiali.


Sopra il disegno originale, sotto quello disegnato!

Attività 4: Ci siamo divisi nuovamente a coppie e ci siamo seduti su delle sedie schiena contro schiena con il nostro compagno: uno dei due aveva un foglio con una serie di forme geometriche e doveva spiegare all’altro com’erano fatte in modo che questo potesse disegnarle. Il problema è che all’inizio quello che disegnava non poteva fare domande, poteva solo ascoltare e sperare di capire. Dopo alcuni minuti anche chi disegnava poteva parlare e fare domande per cercare di fare un disegno migliore: alla fine confrontando i due disegni ci siamo accorti che quello fatto dopo era molto più simile alle figure stampate rispetto al primo fatto senza porre domande! 
Ecco quindi un altro giochino sull’ascolto con però un insegnamento in più: infatti non è solo difficile ascoltare attentamente, ma anche cercare di capire meglio ponendo le giuste domande e spiegare il più accuratamente possibile la situazione che si vuole raccontare agli altri- moltissimi piccoli litigi in famiglia o a scuola solitamente nascono da incomprensioni dovute alla lingua o all’essersi spiegati male!



Attività 5: Questa era un’attività sull’uso dei media e dei Social Network nel corso dell’esperienza: prima abbiamo letto una situazione nella quale a causa di una foto compromettente postata su facebook un ragazzo era stato rimpatriato e poi abbiamo visto un filmato dove un signore ha finto di essere un indovino e un santone e ha fatto diversi incontri di predizione del futuro con svariate persone…peccato che lui fosse solo un bravo studioso, infatti aveva letto e analizzato tutte le informazioni e le foto postate e scritte sul profilo facebook di queste persone! Abbiamo quindi discusso e riflettuto sul significato di queste fonti e ci siamo resi conto di quanto si sappia di noi dai nostri profili sui social e quindi di quanta attenzione dovremo fare quando saremo via, un video, una foto, o anche solo una parola, può compromettere i nostri rapporti con un amico, con la famiglia ospitante o addirittura può rispedirci a casa….quindi meglio non rischiare e pensarci non una, ma due volte prima di pubblicare qualcosa online. 

Attività 6: Ci siamo risistemati in cerchio e i volontari ci hanno posto una domanda molto semplice “Se vi capita qualcosa mentre siete via, se avete bisogno, a chi chiederete aiuto?!”. Bhe’ verrebbe spontaneo dire ai genitori, agli amici, sì, ma quali?! Quelli di qua? Quelli di là? Parlando di questo problema ci hanno mostrato una scheda con il percorso che seguono le informazioni per muoversi all’interno della rete di Intercultura. Ciò ci ha quindi permesso di capire che la famiglia naturale è l’ultimo ente da avvisare: non potranno fare assolutamente nulla per aiutarci e si preoccuperanno un sacco per noi! Quindi?! Quindi se siamo in difficoltà dobbiamo rivolgerci alla famiglia ospitante, o al nostro assistente personale di Intercultura che potranno aiutarci a risolvere il problema oppure potranno metterci in contatto con il centro locale ospitante.


Dopo questa attività ci siamo buttati sul buffet e abbiamo colto l’occasione anche per chiacchierare fra noi, ormai infatti siamo diventati buoni amici, scambiandoci impressioni, preoccupazioni, aspettative! Abbiamo poi parlato un po’ con Ilaria, ci ha raccontato alcuni avvenimenti della sua esperienza in Sud Africa ed è stato davvero molto interessante!! Infine sulle 18:15 hanno incominciato ad arrivare i genitori per festeggiare tutti insieme: li abbiamo accolti e ci siamo seduti tutti insieme davanti ad uno schermo, le volontarie ci hanno mostrato un video di Angelica, una ragazza che ha fatto quest’anno un’esperienza in America (e che io conosco abbastanza bene, siccome fa gli scout nel Ravenna 3!! Lei ha un blog fantastico, fateci un giro!!)…i genitori sono sembrati molto impressionati quando ha parlato in inglese per circa cinque minuti!!

Dopo anche questa preziosa testimonianza ci siamo messi tutti in piedi in cerchio e abbiamo fatto una sorta di cerimonia: con una musica particolarmente adatta che usciva dalle casse del computer ognuno di noi è andato al centro del cerchio ha detto il proprio nome, il luogo dove andrà e la lunghezza della propria esperienza, poi ha ricevuto dalle volontarie un fantastico porta-documenti blu con il logo di AFS-Intercultura e una bandiera italiana da far autografare!!


È stato davvero molto bello e quando me ne sono tornata a casa quella sera, avevo un gran magone, perché sto iniziando a rendermi conto che sta partirò, partirò per davvero!

Ebbene sì, è finito anche l’ultimo incontro pre-partenza, volevo però dire due parole anche sulla cena che abbiamo fatto giovedì scorso, il 21, in pizzeria: infatti non c’eravamo solo noi ragazzi e i nostri genitori ma anche due ragazze che hanno passato l’anno qui in Italia, una olandese e una cinese. È stato veramente fantastico poter parlare con loro (che parlano un italiano quasi perfetto!!) perché abbiamo visto la cosa da un altro punto di vista e ci siamo soffermati su particolari che prima non avevamo considerato! È stata veramente una bella serata e alla fine ognuno è tornato a casa con un po’ di mondo in più addosso…

A presto,
Fennec Curioso

mercoledì 20 maggio 2015

Orientation 3-AFS


Ciao people!! Sì, lo so, non sono affatto costante nello scrivere i post, mi dispiace!! Tutta colpa della scuola e delle altre 250000 cose da fare che spuntano di continuo dal nulla!!
Comunque non vi preoccupate, ora ho un po’ di tempo e vi scriverò del terzo incontro di Orientation con AFS!

Questo incontro è stato davvero molto particolare, perché abbiamo fatto un sacco di cose interessanti e diverse dal solito! Innanzitutto l’incontro c’è stato sabato scorso, il 16/05 (ma in realtà, come poi vi spiegherò è durato fino al pomeriggio di domenica 17) presso l'Ass.I.Prov. di Cesena in via Serraglio,
18 (traversa di viale Giosuè Carducci). Per questo incontro serviva nuovamente la partecipazione dei genitori, quindi alle 14:15 di sabato ci siamo messi in macchina…alla volta di Cesena!!
Appena arrivati ci hanno divisi, genitori in una sala interna a destra, ragazzi nel cortile sul retro (e poi in una saletta). Seguendo le indicazioni dei volontari sono arrivata in questo piccolo cortile dove c’erano già vari ragazzi che stavano giocando e chiacchierando per passare il tempo finché non arrivavamo tutti…ho salutato subito gli altri (ormai ci conosciamo e siamo diventati amici!!) anche e soprattutto quelli del gruppo di Forlì-Cesena che non vedevo dal 25 aprile! Poi mi sono inserita nel cerchio e nel gioco: era un semplice pistolero, come quello che facciamo agli scout (che però è sempre molto efficace per ripassare tutti i nomi e per tenere un po’ alta l’attenzione di noi giovani)!!

Quando c’eravamo tutti (comprese le chiavi della saletta dove dovevamo fare l’attività!) ci siamo accomodati in una stanza, non troppo grande, impostata come una classica sala conferenze: un serie di poltroncine disposte in fila rivolte verso una cattedra…sembrava di stare a scuola!! Va bene che non bisogna dar subito credito alle prime impressioni…però questa volta eravamo davvero arrivati a scuola!! Dico così perché per le successive due ore c’è stato un “interessantissimo” incontro con un medico per parlare di alimentazione e malattie sessualmente trasmissibili: cosa c’entriamo noi con tutto ciò!?! 
Allora, a parte gli scherzi, la lezione in sé non è stata particolarmente coinvolgente, ma d’altronde la dottoressa che l’ha tenuta è stata fin troppo brava nel tentavo di tenere alta la nostra concentrazione, il problema erano gli argomenti: i contro di un’esperienza all’estero! Questi sono, per l’appunto, i problemi alimentari che ci possono essere, soprattutto il problema del prendere peso durante il periodo all’estero, e le malattie che si possono contrarre se si hanno rapporti sessuali non prtetti. Alla fine come soluzioni ha proposto le solite cose: per l’alimentazione-fate una dieta equilibrata, tenete sotto controllo il peso, bevete molto (acqua, ovviamente non altre bevande zuccherate!), fate attività fisica- 

per le malattie sessualmente trasmissibili-fare sesso protetto (preservativi, ecc.) e nel malaugurato caso in cui dovessimo contrarre una di queste malattie (e quindi ne dovessimo avere i sintomi) andare subito da un dottore perché molte se prese in tempo possono essere curate con danni minori per l’organismo. Perché vi sto scrivendo tutto questo?! Per lo stesso motivo per cui ci hanno fatto assistere a quella lezione: per fare un po’ di terrorismo e per mettervi un po’ di paura per farvi capire quali sono i rischi e le problematiche alle quali si può andare in contro e che si possono facilmente evitare con i giusti provvedimenti!

Sulle cinque la dottoressa ci ha salutati e noi siamo tornatati nelle premurose mani delle volontarie: ci hanno divisi in gruppi a seconda delle destinazioni (quindi di dove andremo a fare la nostra esperienza all’estero) e ci hanno affidati ad una ragazza/o che hanno già vissuto un’esperienza in quei paesi per permetterci di avere una testimonianza diretta!! 
Noi avevamo una ragazza, sui vent’anni, molto simpatica, che ha trascorso un anno negli Stati Uniti. La sua in realtà è stata un’esperienza molto particolare perché è stata davvero molto fortunata (famiglia con solo una madre molto ricca, paesino in California sul mare, ecc.), in ogni caso è stato molto utile ed interessante perché gli abbiamo potuto fare un sacco di domande: tutte quelle che volevamo e che ci passavano per la testa!! 
Insomma non era solo un video dove c’è una ragazza che parla e delle immagini fighissime che scorrono sullo sfondo, e nemmeno un articolo di un blog con le informazioni e basta…era una persona in carne ed ossa ed era lì, pronta per farci sognare ancora e ancora più di quanto non facessimo già da soli a casa!

Dopo questi incontri abbiamo salutato tutte le volontarie e i vari ragazzi che erano venuti per l’occasione per dare la loro testimonianza e abbiamo raggiunto i genitori nella sala grande. (i miei mi hanno detto che, mentre noi facevamo le altre attività, loro hanno sempre fatto un’incontro-dialogo con le varie domande e risposte dei volontari!) 
Qui abbiamo trovato una bella sorpresa…una nuova famiglia!! Infatti questo è il cosiddetto weekend dello scambio, cioè un week end durante il quale un ragazzo di AFS trascorre il tempo a casa di un’altra famiglia che non conosce (ovviamente una famiglia di un ragazza che partirà con AFS!): così si riesce a capire che le problematiche di quest’esperienza non sono solo della lingue o della cultura diversa ma anche delle tante e piccole abitudini che per noi sono scontate ma che in altre famiglie magari sono completamente diverse!!
Così, invece di salutare i miei, mi sono diretta verso una coppia che mi guardava sorridente, lei con un mucchio di capelli ricci e scuri, lui con l’aria da persona simpatica e scherzosa, e li ho salutati calorosamente…erano i genitori di Sofia, una ragazza del gruppo di Cesena che andrà un anno a Hong Gong (sì…esatto….a Hong Gong!!!!)

Quando ognuno di noi era stato accoppiato con una famiglia (solo quelli che ovviamente volevano partecipare a quest’attività, gli altri sono tornati a casa coi loro genitori!) abbiamo salutato le nostre famiglie d’origine, recuperato le nostre borse per il weekend e ci siamo allontanati dal centro con la nostra nuova famiglia. Devo ammettere che all’inizio è stato molto strano anche per me che ho già avuto esperienze di scambio e di soggiorno all’estero e subito ho pensato “Ma chi me l’ha fatto fare?!”…poi però si è rivelato un weekend estremamente piacevole, riposante e coinvolgente…insomma uno di quelli…passati in famiglia!!

La prima cosa che ho notato è stata la macchina, era elettrica (andava a elettricità e si poteva caricare oltre che a casa, attaccandola a delle pratiche colonnine poste nei punti più importanti della città!). Poi mi hanno parlato della loro famiglia, di Sofia, di Isaac (il fratello minore, che ha dodici anni e ama gli sport!!), di cosa avremmo fatto nel weekend. Io invece ho parlato un po’ di me, dei miei, della mia scuola, di quale esperienza farò con AFS, di quello che avevamo fatto quel giorno durante l’incontro, ecc. Insomma a parte i primi momenti imbarazzanti è stato tutto molto spontaneo e naturale…


Quando siamo arrivati a casa, molto bella, moderna e ben arredata, dove vivono anche la nonna e la bisnonna, Bonny (Bonita), un enorme e meraviglioso golden retriver di un anno e mezzo, mi è saltata addosso festosa!! Io amo gli animali, e i cani in particolare, ma lei, lei è fantastica, mi sono subito innamorata!! 
Mi hanno poi mostrato la casa e la mia camera (che poi sarebbe quella di Sofia), davvero molto bella e moderna, l’armadio poi, era grande come metà della mia camera!! 

Un piccolo scorcio della mia camera (non metto altro per motivi di privacy!)

Prima di cena ho conosciuto anche Isaac che era tornato a casa da un pomeriggio passato con un amico, e il resto della famiglia da parte materna: infatti di sotto, nell’appartamento della nonna e delle bisnonna, c’erano anche la sorella della mia mamma ospitante con la figlia (Caterina, molto simpatica e loquace, appassionata di Violetta!!) e il marito e…stavano preparando la pizza!! Mi sono subito offerta di aiutarli, infatti a me piace tantissimo cucinare, ma soprattutto rendermi utile e non mi andava di stare con le mani in mano!! Così in breve tempo ho fatto conoscenza e conversazione con tutti!
Dopo una cena megasuperstrasquisita abbiamo salutato i vari parenti e siamo tornati di sopra per prepararci per fare un giretto in centro a Cesena, dove non ero mai stata. Abbiamo prima accompagnato Isaac allo skate park, dove ha giocato con un amico, poi abbiamo fatto una bellissima passeggiata nel centro storico di questa fantastica città (ovviamente con Bonny!!).
[magari della città vi metto un po’ di foto, della casa no, per motivi di privacy, siccome non è la mia!!]

 

Dopo aver recuperato Isaac allo skate park, siamo tornati a casa e io sono crollata subito a letto perché avevo avuto una giornata piena di emozioni e impegni (con tanto di verifica di Storia il sabato mattina!!).

Domenica ci siamo svegliati di buon’ora (tipo sulle 8.30) e ci siamo preparati per andare a Pinarella di Cervia, dove loro hanno un appartamento, per godere di quel po’ di mare e sole che siamo riusciti a prendere!! 
L'appartamento era bello e spazioso, e aveva anche un fantastico giardino, dove Bonny si è subito messa a giocare!!






Pronti per la spiaggia!!!
Così ci siamo preparati e dopo un’oretta neanche eravamo in spiaggia…
Isaac e il mio padre ospitante sono andati a giocare a racchettoni, mentre io, la madre e Bonny abbiamo fatto una passeggiata (che poi si è trasformata in semi-bagno, siccome Bonny schizzava acqua ovunque!!) per la spiaggia.
Per un po’ sono anche riuscita a stendermi sul lettino al sole, leggendo un buon libro (chiesto in prestito dalla mia famiglia), mentre anche la mia madre ospitante si prendeva il primo sole estivo!! È stato davvero molto rilassante e divertente, era da tanto (causa scuola e altri impegni) che non passavo una bella domenica mattina in famiglia!! 



 
Qui a sinistra la foto dello stabilimento balneare nel quale siamo stati.









 




Sulla destra, invece, la spiaggia!! Era davvero bellissima!!












 Bonny, con il pelo tutto bagnato e arruffato, dopo aver giocato con noi a riva!












 In questa foto, invece, ci sono Isaac, pronto per una partita di Racchettoni, e Bonny seduta che aspetta di poter giocare!!











Per pranzo siamo tornati in appartamento a Pinarella e lì ho conosciuto i nonni paterni e il fratello del mio padre ospitante, insomma l’altra metà della famiglia! Abbiamo mangiato davvero molto bene, perché c’erano sia cose comprate in rosticceria, sia soprattutto cose portate dalla nonna: gnam gnam!! La cosa più buona di tutte è stata il dolce: un semifreddo alla nutella!! L’ho amato così tanto che mi sono fatta dare la ricetta, se volete farlo anche voi la metto qui:


Prima preparare una base con burro (una confezione intera da 500 gr), due cucchiai di nutella (o latro cioccolato) e tantissimi biscotti secchi (lei aveva usato i Colussi, ma vanno bene quelli di qualunque tipo). Una volta che avete creato un impasto compatto e omogeneo stendetelo nel fondo di una teglia e mettetelo in frigo a raffreddare.

Intanto preparare il sopra del dolce: montare la panna e unirla alla nutella (o altra cioccolata a scelta…però con la nutella viene buonissimo: una bomba calorica!!) facendo amalgamare il tutto. Dopodiché versare questa parte sopra la base e ornarla, volendo, con scaglie di mandorle. Mettere tutto in freezer e tirare fuori solo poco prima di servire (soprattutto se fuori fa caldo, altrimenti si squaglia tutto!!). E voilà il dolce-bomba clorica-bontà divina è pronto!!

Dopo questo pranzo fantastico era arrivato purtroppo per me il momento di andare, quindi ho raccolto tutte le mie cose, ho salutato tutti e sono salita nella macchinina elettrica con il mio padre ospitante che mi ha riaccompagnata a casa…quando ho salutato anche lui mi è venuto un po’ il magone, sì lo so c’era stata solo due giorni scarsi e non li avevo mai visti prima, ma non so spiegare bene come, in quelle poche ore erano riusciti a farmi sentire parte della famiglia, erano riusciti a mostrarmi tutte le loro piccole sfaccettature colorate, erano riusciti a volermi bene, e io ne volevo a loro, e ancora gliene voglio….

Quindi ringrazio Intercultura per quello che mi ha dato la possibilità di vivere e di scoprire ancor prima di partire, mi ha fatto capire come posso apparire diversa e migliore (o anche peggiore) in un’altra famiglia, di come si può ricominciare da capo, si può decidere come porsi, come presentarsi, io ho preso la via più difficile…ho provato ad essere me stessa…



Quindi scusate se questo post è venuto un po’ lungo (certamente ne ho scritti di più lunghi!!), ma dovevo assolutamente spiegarvi per bene tutte le varie fasi e sfaccettature di questo terzo incontro di Orientation…

Ormai manca ancora solo un incontro e mi dispiace un sacco! Quel che è certo è che continuerò a tenermi in contatto con molti ragazzi o ragazze che ho incontrato perché so che amici così, che mi possono capire perché vivranno le mie stesse esperienze, saranno preziosi quest’altr’anno (ovviamente lo saranno anche gli altri amici, quelli di sempre, quelli che mi conoscono da un sacco, anche quando non ero “quella che va in America” e che mi hanno sempre voluto bene e accettata per quella che sono!!) …

Quindi buona serata,
a presto,

Fennec Curioso

venerdì 15 maggio 2015

Orientation 2-AFS


Ciao mondo! Come va?! Io bene, a parte la valanga di compiti e verifiche che continua ad aumentare e a sotterrarmi sempre di più. Ma basta essere melodrammatici, non è produttivo, mettiamoci al lavoro!

Via Sansovino 57, Ravennna, Casa del Volontariato sede di AFS


Sabato scorso (9/05) c’è stato il secondo incontro di Orientation con Intercultura. Questa volta l’abbiamo fatto separati: ciascuno nel suo centro locale, quindi noi eravamo in quello di Ravenna (saremo stati una decina più o meno!). Perciò alle 14.45 sono partita in bici da casa, con la bellissima maglietta d’Intercultura addosso, e, cosa più importante, con una crostata appena sfornata dalla nonna per la merenda, gnam!!


(Rigranzio veganblog per l'immagine)


Appena arrivata sono entrata, ho salutato i volontari e le volontarie e mi sono seduta nel cerchio di sedie che era stato creato al centro della stanza. Quando sono arrivati tutti (ognuno con tantissime cose buone da mangiare!!) abbiamo finalmente iniziato le attività:



Attività 1: I volontari hanno preso tre di noi (tra cui c’ero anch’io!!) e ci hanno portato in un’altra stanza. Poi ci hanno fatti entrare uno alla volta nella sala dov’erano gli altri con un’unica indicazione “dovete entrare nel cerchio che hanno fatto gli altri”. Il primo pensiero è ovviamente “vado a sfondamento”, ma poi basta ragionare e collegare l’attività con l’esperienza che andremo a fare: dovremo entrare in una comunità diversa dalla nostra e già compatta e formata (il cerchio degli altri ragazzi) e se andiamo a sfondamento non otterremo altro che una maggior chiusura, l’unica è parlare, chiedere! Con questo ragionamento che mi frullava in testa sono entrata nella sala dove c’erano gli altri e “quindi devo entrare nel cerchio” “esatto” “Bhe’, allora, ragazzi mi fate entrare per favore?!”

Attività 2: Questo giochino riguardava la nostra concezione di famiglia e quanto essa ci possa influenzare nelle nostre decisioni. Alcuni di noi hanno ricevuto dei ruoli e si sono preparati a fare una piccola scenetta, mentre altri (tra cui io) dovevano controllare e analizzare i comportamenti dei personaggi della scenetta. Così gli attori sono entrati e si sono seduti in semicerchio su delle sedie con un tavolino al centro (un ipotetico salotto): erano tutti componenti di una famiglia e stavano discutendo di una questione molto importante. La figlia minore infatti, a ormai diciott’anni, voleva andare a vivere con il suo ragazzo di colore; il padre, estremamente razzista, non voleva assolutamente che la figlia andasse a vivere con lui; anche la madre non voleva che andasse via di casa, ma non per il ragazzo, ma semplicemente perché era molto apprensiva e non approvava questo trasferimento così ad una giovane età; il fratello grande infine cercava di difendere la sorella senza però avere una posizione così decisa. Alla fine della rappresentazione abbiamo discusso e parlato della cosa e raggiunto le seguenti conclusioni: la famiglia spesso può influenzarci nelle nostre scelte e purtroppo a volte in negativo, può avere delle convinzioni razziste che sono assolutamente fuori luogo data l’esperienza che andremo a fare, e quindi può abituarci ad un tipo di famiglia che consideriamo “normale”. 



In realtà non esiste una famiglia normale, ma solo una famiglia che ci ama e una che non lo fa. È importante ricordarsi questo poiché potremmo capitare in una qualsiasi famiglia: con un babbo e una mamma e tanti figli, con solo i due genitori, con una coppia omosessuale, in una famiglia molto religiosa, in una famiglia di origini indiane o africane, in una famiglia costituita da un solo genitore, ecc. Quindi non dobbiamo scandalizzarci, dobbiamo essere pronti a tutto e a tutti!!


Attività 3: “Cosa vuol dire comunicare?!” la voce squillante della vicepresidente del centro locale di Ravenna ha catalizzato subito la nostra attenzione….ohi, domanda difficile, come si fa a definire una cosa così complessa?! Vuol dire parlare, fare gesti, scambiare emozioni, entrare in contato con altre persone… “la comunicazione è l’intenzione di scambiare delle informazioni a due vie, quindi entrambe le persone sono coinvolte e partecipano all’azione. Ci sono infatti sei fattori che entrano in gioco durante questa azione: l’Emittente (colui che manda l’informazione), il Ricevente (chi la riceve), il Messaggio (l’informazione che si vuole mandare), il Contesto (cioè la situazione in cui ci troviamo), il Codice (il linguaggio che usiamo per esprimerci), il Canale (la via attraverso cui passa questo linguaggio).” Wow! Quindi si può davvero definire la comunicazione, la si può ridurre a una piccola definizione da vocabolario…siamo sicuri che non c’è di più?! “ma c’è qualcosa di più di questo! Infatti il linguaggio, cioè il codice che usiamo per esprimerci, è fondamentale: chi di voi sa dirmi quali sono i tre tipi di linguaggio?!” Non ci credo!! Mi ha letto nel pensiero! Eh, già mi sembrava troppo banale far finire il discorso così….insomma, li sapete voi i tre tipi di linguaggio? No?! Ok, ok, ora ve li mostro, allora…

·      Linguaggio verbale: parole, scritto

·      Linguaggio non verbale: gesti, mimica facciale, sguardi, prossemica (cioè la nostra posizione rispetto alla persona a cui ci stiamo rivolgendo, quelle principali sono: zona intima, un avambraccio di distanza dall’altro, sei molto in confidenza con quella persona; zona personale, un braccio, conosci quella persona ma non sei troppo in confidenza devi usare un linguaggio un po’ più formale; zona sociale, praticamente non conosci affatto quella persona, linguaggio formale e composto; zona pubblica, sei davanti ad un pubblico che è distante da te ma a cui devi comunque trasmettere delle emozioni quindi devi cercare di entrarci in relazione nel miglior modo possibile)

·      Linguaggio paraverbale: tono di voce


Anche se sono spesso i meno considerati in realtà il linguaggio non verbale e quello paraverbale sono, in realtà, i più importanti: infatti a seconda dei gesti e del modo in cui ti poni e ti presenti davanti a qualcuno dai un’idea piuttosto che un’altra di come sei fatto.
Infatti in sociologia hanno scoperto che la prima volta che uno vede una persona ha il cosidetto primacy, cioè il suo cervello incamera le prime informazione e impressioni su quella persona, si viene a creare uno schema mentale ben preciso (quelli che comunemente chiamiamo pregiudizi e stereotipi); e questo primo schema è talmente forte che influenza tutte le successive impressioni (priming) che si andranno a formare, attingendo continuamente dal primacy.

Abbiamo poi analizzato più nello specifico l’importanza del tono di voce: esso è infatti fondamentale perché può cambiare di molto il significato del messaggio, uno può essere sarcastico o serio, felice o triste, arrabbiato o scherzoso, e quindi se capisci il significato del messaggio ma non noti il tono di voce usato per dirlo ci può essere un serio fraintendimento. Per provare questa cosa ci hanno fatto anche fare un piccolo gioco dove diverse persone dovevano leggere la medesima frasi ma con toni di voce diversi e noi dovevamo comprendere che tono usavano.

“E del silenzio che mi dite? Cosa vuol dire il silenzio” a questa domanda spiazzante della volontaria, Sonia ha risposto prontamente “Tutto e nulla” Infatti può stare zitto perché non hai niente da dire o sei molto imbarazzato, oppure fare silenzio perché non c’è bisogno di usare parole per comunicare qualcosa. Ecco il silenzio è un’altra cosa che dobbiamo imparare a gestire e ad analizzare, non rompiamolo per forza, a volte è molto più utile e comunicativo un bel silenzio di tante parole, ma non andiamo neanche a cercarlo, non possiamo stare sempre zitti qualche volta bisognerà pur parlare. (come diceva il buon vecchio Aristotele, il “giusto mezzo” tra le varie virtù è quello che bisogna cercare!)

Alla fine abbiamo fatto una piccola conclusione ovvero che è molto importante fare attenzione alla comunicazione e al modo di esprimersi, monitorando tutti e tre i tipi di linguaggio, perché inizialmente è su quello che si baseranno le prime impressioni che gli altri si faranno di noi ma soprattutto il su esso si baserà il nostro rapportarci con gli altri.

Dopo questa attività, siccome erano ormai le quattro e mezza ed eravamo piuttosto stanchi e affamati, abbiamo fatto merenda: è stata una delle merende più complete che io abbia mai fatto, c’era il dolce e il salato, dalle pizzette alle torte, dalle patatine fritte alla crostata, dalla coca cola alla meravigliosa cheescake ai lamponi fatta da Sonia, una ragazza che va all’alberghiero!! Era sublime!
Finita la merenda, dopo un po’ di Guerra Fredda tra il ragazzo che è stato negli USA e la volontaria che è andata in Russia, ci siamo spostati fuori nel cortile sul retro del centro locale, ovviamente all’ombra e così….sono ricominciate le attività…

 


Attività 4: Ci siamo divisi in tre gruppi e abbiamo completato un questionario (vi metterò la foto qui attorno) che parlava di gesti e mimica facciale, abbiamo scoperto che ci sono gesti completamente diversi dai nostri e che alcune cose per noi normali sono molto offensive in altri paesi! Quindi bisogna sempre fare molta attenzione a come ci si comporta (bisogna sempre osservare gli altri e fare quello che fanno loro) e evitare il più possibile di utilizzare i gesti per non cadere in brutti equivoci: bisogna parlare!!








Attività 5: Sempre divisi nei tre gruppi, dovevamo disegnare una persona a partire dalle caratteristiche che avevamo in un foglietto e poi mostrare e spiegare il lavoro agli altri gruppi….in realtà abbiamo poi scoperto che avevamo tutti gli stessi aggettivi solo che avevamo un grado di parentela diverso (parente, amico, sconosciuto): questo porta ciascuno di noi a vedere una persona diversamente. Questo accadrà anche con chi conosceremo quando andremo via, infatti i componenti della nostra famiglia ospitante ci vedranno in un modo, gli amici in un altro e i semplici compagni di scuola che si incontrano nei corridoi in un altro modo ancora. Quindi non dobbiamo arrabbiarci se c’è chi ci conosce meglio o peggio o se ci prendono in giro o fanno domande stupide: succede, è normale, per alcuni siamo solo un’attrazione turistica, dobbiamo solo mostrarci per quello che siamo davvero alle persone di cui ci fidiamo e che desideriamo avere come veri amici.

Attività 6: A questo punto ci è stato proposto un vero e proprio gioco ed è stato davvero molto divertente ed istruttivo! Per prima cosa ci siamo divisi in due squadre: ognuna di noi era una tribù diversa, gli Zulù e i Masai. Ognuna di queste tribù viveva in un proprio territorio (un preciso angolo del cortile della sede di AFS) con le proprie tradizioni e i propri costumi e aveva qualcosa che l’altra tribù non aveva (gli Zulù avevano lo Zenzero, i Masai il The). Lo scopo del gioco era quindi recarsi dalla tribù vicina e cercare, scoprendo e rispettando le loro tradizioni e i loro metodi comunicativi, di ottenere quello di cui si aveva bisogno (i bigliettini con su scritto the o zenzero)! Il problema era che noi non sapevamo le tradizioni e i linguaggi che usavano gli altri e quindi?! Quindi dovevamo scoprirli!! 

È stata una faticaccia, soprattutto perché dopo un po’ se non ci riesci sei un po’ frustrato e ci devi riuscire per principio, ma alla fine ci siamo riusciti!! Sostanzialmente il nostro (Zulù) era un popolo molto freddo e distaccato (non ci si poteva toccare, tranne quando ci si dava la mano) e quindi utilizzavamo molto il linguaggio, inoltre eravamo molto cordiali, quindi bisognava sempre chiedere per favore e dire grazie per poter prendere un cartellino. Invece i Masai erano un popolo molto espansivo e gioioso, quindi si scambiavano spesso pacche sulle spalle in segno di saluto, e da loro non esisteva la proprietà privata quindi non era necessario chiedere il permesso per poter prendere una cosa, il problema però era che, essendo quasi tutti sordi, avevamo sviluppato un metodo di comunicazione solo a gesti e ce n’erano alcuni specifici per poter attirare l’attenzione di un membro della popolazione e quindi per avere il tanto desiderato bigliettino. 


Morale della favola?! Probabilmente andremo in Paese dove non conosciamo non solo la lingua, ma anche le tradizioni e le usanze, dovremo quindi far molta attenzione e osservare con precisione quello che fanno gli altri prima di agire anche noi di conseguenza…altrimenti faremmo solo brutte figure e potremmo addirittura assumere dei comportamenti ritenuti offensivi dagli abitanti di quel Paese. 


 



Attività 7: Poco prima di andare via abbiamo fatto l’ultimo gioco, era una cosa molto breve e divertente. Sostanzialmente era il classico gioco dove ti appiccicano un post-it in testa e bisogna indovinare che cosa c’è scritto sopra, noi però l’abbiamo fatto con i paesi: io dovevo indovinare India e Svezia…non ci ho messo nemmeno troppi secoli, dai!







E così è finito anche il secondo incontro di Orientation! Non mi sembra vero, il tempo sta passando troppo in fretta (peccato che a scuola non passi mai!). In ogni caso ora vi lascio, perché sono super impegnatissima in questi giorni, quindi spero che vi sia piaciuto anche questo post, grazie per averlo letto fino in fondo,
A prestissimo,
Fennec Curioso