mercoledì 21 ottobre 2015

USA Blog 7# Lots of amazing things!!

 
 Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca priva di applausi.
 
Charlie Chaplin


 



















Hey world! Come va? Io tutto bene, come sempre. Come vi dicevo nell’ultimo post in questo mesetto ho fatto un sacco di cose bellissime ed interessanti, ma non ho avuto tanto tempo per descriverle sul blog, ho fatto quindi una compilation delle più interessanti, è venuto fuori un post infinito lo stesso, ma tanto oramai lo sapete che non so fare i riassunti…



Went to a Daily Restaurant
  
Il giorno prima del mio compleanno, il 09/22 (22/09 per gli europei), siamo andati fuori a cena e mi hanno portato in un Daily Restaurant, ovvero in un ristorante che è aperto 24 ore su 24 e che offre una grande varietà di cibi, solitamente di diverse nazionalità. Ci sono poi Daily restaurant specializzati, cioè che fanno meglio cibo italiano, o greco, o ebraico, e a questo punto la nazionalità si aggiunge al nome del ristorante che diventa quindi Italian/Greek/Jewish Daily Restaurant.

In quello dove siamo andati noi non c’era una specializzazione specifica, ma la mia host mum mi ha consigliato di prendere una pietanza greca perché lì le facevano molto buone. Così mentre Angelina faceva dinner-breakfast (= cenare con cibi che di solito si mangiano per colazione) con enormi pan cake al cioccolato con tantissimo burro come piacciono a lei, io mi sono gustata un tortino greco con spinaci, ricotta, feta e altri ingredienti sconosciuti…una delizia!! In quell’occasione ho anche avuto l’opportunità di assaggiare le patatine fritte dolci (le aveva ordinate la mia host mum come contorno) sono…strane, un curioso ed interessante agrodolce!


 
Finita la cena siamo passati alla cassa e mentre eravamo lì, Angelina ed io ci siamo appiccicate alla vetrina dei dolci…e ho fatto anche un po’ di foto perché alcuni erano vere e proprie opere d’arte!! (Ma mamme, zie e nonne varie che leggete non preoccupatevi, abbiamo solo guardato quelle bombe supercaloriche!!)




















































Muslim party for Eid Al-Adha




 



E sempre la settimana del mio compleanno, però questa volta venerdì, il 09/25 (25/09 per gli europei), il Muslim Club ha organizzato un party nella Cafeteria a scuola per invitare e coinvolgere tutti gli studenti nella celebrazione della festività islamica di Eid Al-Adha (che cadeva di giovedì, però la festa l’hanno fatta venerdì perché era l’ultimo giorno della settimana scolastica e la gente è più propensa a fermarsi dopo scuola)! 







 

La Cafeteria era addobbata a festa, c’erano cibarie ovunque e persone che entravano ed uscivano frettolose cariche delle più inimmaginabili prelibatezze! C’erano cibi di tantissime nazionalità diverse dalla pizza al cuscus! 






 


 

Ma la cosa più spettacolare ed interessante era sicuramente la zona dei Mehndi. Cioè una zona della sala in cui alcune ragazze facevano disegni su mani, braccia e polsi a chiunque lo volesse con l’henné










 (qui a lato) Jasmine, una mia amica, mentre faceva un disegno con l'henné a Dyiora!








 














 

 Io ovviamente me ne sono fatta subito fare uno!! 

Nell'immagine qui accanto potete vedere il disegno appena fatto con l'henné, mentre sotto c'è il segno che rimane dopo che lo strato superficiale si è seccato e staccato (si può notare il tipico colore arancione/rossastro)














Glossary:

La ʿīd al-aḍḥā (in arabo: عيد لأضحى‎, ossia "festa del sacrificio"), o ʿīd al-naḥr (in arabo: عيد ﺍﻟﻨﺤﺮ‎ "festa dello sgozzamento") o ʿīd al-qurbān (in arabo: عيد ﺍﻟﻘﺮﺑﺎﻥ‎ "festa dell'offerta [a Dio]"), è la festa islamica celebrata ogni anno nel mese lunare di Dhu l Hijja, in cui ha luogo il pellegrinaggio canonico, detto  Hajj.

Spesso viene anche detta ʿīd al-kabīr (in arabo : عيد ﺍﻟﻜﺒﻴﺮ‎, "festa grande"), in contrapposizione a ʿīd al-aghīr (in  arabo: عيد ﺍﻟﺼﻐﻴﺮ‎ "festa piccola"), cioè la festa della rottura del digiuno.
La festa ha luogo il 10 Dhū l Ḥijja o nei tre immediati giorni successivi in tutto il mondo islamico. In tali giorni una norma islamica vieta qualsiasi tipo di ascesi e di digiuno, essendo considerati questi i "giorni della letizia".

La parola aḍḥā deriva dalla radice araba <--Y>, che richiama il significato di "sacrificare", e si ricollega al ricordo delle prove che sarebbero state superate dal profeta  Ibrahim e dalla sua famiglia, formata nel caso specifico da  Hagar e dal loro figlio Ismaele/Ismāʿīl.
Il sacrificio rituale che si pratica nel corso della festività ricorda il sacrificio sostitutivo effettuato con un montone da Abramo/Ibrāhīm, del tutto obbediente al disposto divino di sacrificarGli il figlio Ismaele/Ismāʿil prima di venire fermato dall'angelo. È quindi per eccellenza la festa della fede e della totale e indiscussa sottomissione a Dio (islām).

In teoria, nel giorno della ʿīd al-aḍḥā, i musulmani sacrificano come Abramo un animale - detti uḍḥiya (أضحية‎) o qurbānī - che, secondo la shari’a, deve essere fisicamente integro e adulto e può essere soltanto un ovino, un caprino, un bovino o un camelide, negli ultimi due casi è possibile sacrificare un animale per conto di più persone, fino a sette. L'animale viene ucciso mediante sgozzamento, con la recisione della giugulare che permetta al sangue di defluire, visto che per la legislazione biblica e coranica il sangue è impuro ed è quindi proibito mangiarne. La cerimonia dello sgozzamento avviene il giorno 10 o nei tre giorni seguenti, nel periodo di tempo ( waqt ) compreso fra la fine della  preghiera del mattino e l'inizio della preghiera del pomeriggio. Viene sgozzato da un uomo, che deve essere in stato di purità legale ( ahāra ), pronunciando un takbīr, ovvero la formula: «Nel nome di Dio! Dio è il più grande».

La carne viene divisa preferibilmente in tre parti uguali, una delle quali va consumata subito tra i famigliari, mentre la seconda va conservata e consumata in seguito e la terza viene destinata ai poveri della comunità, che non hanno i mezzi economici per acquistarlo.
Per quanti non partecipino al rito del hajj, l'ʿīd al-aḍḥā inizia con una breve preghiera nella  moschea, preceduta da un corale takbīr e seguita da un sermone (khuṭba). A tale insieme di cerimonie partecipano uomini e donne e spesso i bambini (che non avrebbero alcun obbligo a celebrare tale festa, essendone esonerati, non essendo ancora puberi) che, per l'occasione altamente festiva, usano indossare i loro migliori abiti.
tratto da Wikipedia (Wikipedia-l'enciclopedia libera )

Mehndi, (anche mehandi, mehindi, mendi) è un termine indiano per indicare un tatuaggio temporaneo eseguito con henné naturale rosso (Lawsonia inermis), dipinto su mani e piedi. Viene usato in oriente e nell’Africa Mediterranea per la decorazione di mani e piedi per il rito nuziale, benaugurante e di protezione. Viene eseguito con speciali stencil o a mano libera. I motivi sono di buon auspicio per la persona che li indossa e il rito del disegno del mehndi coinvolge le donne di tutta la famiglia e/o tribù. È in uso nel Nord Africa e in India.

tratto da Wikipedia ( Wikipedia-l'enciclopedia libera)


Disecting pig!

Qualche tempo fa vi avevo mostrato la foto di un feto di maiale dissezionato che avevamo avuto l’occasione di vedere in classe e vi avevo accennato al fatto che presto avrei incominciato anch’io a dissezionare. Bhe’ così è stato…

 

Il primo giorno, quello in cui la prof. ci ha presentato i nostri maialini, è stato un po’ intenso. Infatti il feto di maiale assomiglia in tutto e per tutto ad un maiale in miniatura e…era così puccioso!! Faceva un sacco pena!


























Guanti, Occhiali protettivi e camice da laboratorio!!


Poi però, ho fatto due calcoli, il maiale era già morto quindi non potevo in alcun modo farlo soffrire e poi avevo la fantastica opportunità di vedere gli organi interni e le varie strutture dal vivo, cosa che in Italia non vedi a meno che non ti iscrivi a medicina e ti fai i tuoi otto anni di studi (oppure puoi optare per l’opzione “investo il gatto del vicino” ma in quel caso devi fare attenzione a non spiaccicare troppo il tutto altrimenti sarà stato tutto inutile!)…perciò, come ha detto la mia lab partner dopo avermi messo in mano un paio di forbici, “Forza e coraggio, benvenuta in America, adesso inizia il taglio lì…”





Perciò ho preso le forbici e ho iniziato a tagliare…al primo taglio ho solo perforato la pelle, ero troppo terrorizzata per andare oltre, poi anche facendo a turno con la mia lab partner, siamo andate più in profondità tagliando anche attraverso tutti i muscoli e i legamenti, fino ad arrivare alla parte interessante: ossa, organi e ghiandole secretrici!


 E…wow! Ragazzi per quanto possa essere “gross” (ha vari significati, tra cui quello di schifoso, lordo) è davvero un’esperienza molto interessante e istruttiva: sinceramente ho imparato più cose sull’anatomia umana (è molto simile a quella del maiale, parlando in termini di organi e strutture principali) qui in queste ultime settimane che in diciassette anni in Italia!

Ma sicuramente uccidere un essere vivente che tecnicamente non è ancora nato (il feto di maiale) è un’azione veramente orribile e sicuramente dovrebbero per lo meno diminuire il numero di animali uccisi per essere dissezionati dagli studenti a scuola….però almeno uno per classe ci dev’essere perché è veramente un’esperienza unica

 Nota: ora metto un paio di foto degli organi che abbiamo osservato, quindi se siete persone sensibili o se semplicemente vi fa schifo, saltate questa parte velocemente!!

 

















 

 In questa immagine si può osservare la parte superiore (anteriore se consideriamo che l'animale originariamente cammina a quattro zampe e quindi non sta in posizione eretta) del corpo del feto. In particolare nel taglio che è stato fatto nella parte inferiore della guancia, fino all'orecchio (in modo da creare un cerchio), si può osservare uno strato di muscoli facciali e più sotto (nascosta dalla pelle) c'è una delle ghiandoli salivari.












 

 Qui invece possiamo vedere l'interno della bocca dell'animale, notiamo il palato "soffice e duro" (non so bene qual'è il nome scientifico in italiano in inglese si chiamano soft and hard palat), la lingua, i denti (ha solo un accenno di canini e incisivi), e l'epiglottis, valvola che blocca la laringe quando deglutiamo impedendo al cibo di finire nella trachea e quindi nei polmoni)












 

Qui possiamo vedere l'epiglottis, la laringe, la scatole con le corde vocali e l'inizio della trachea. Abbiamo infatti estratto questi organi  dalla cavità della naso-faringe per poterli osservare meglio.
















Visuale della cavità toracica (sopra il diafframma) e abdominopelvica (sotto il diaframma).




















Organi e strutture della cavità toracica: 
Cuore (con vene e arterie),
polmoni e costole (tagliate a metà).











Cavità abdominopelvica: il fegato (quella grande cosa blu-marroncina, il blu è il conservante che hanno messo per non far deteriorare l'animale), lo stomaco (è sotto il fegato, da qui non si vede bene), l'intestino e l'intestino crasso, in basso vediamo anche la vescica per l'urina e il cordone ombelicale (ricordo che si tratta di un feto quindi è attraverso questo che si nutre).

Se osservate poi sul lato sinistro si può vedere anche quello che resta del peritoneo, la membrana che ricopre la cavità abdominopelvica.












Sotto l'intestino troviamo poi i reni, ho cercato di mostrarvene uno con questa foto, spero si veda




















My sister birthday!


Il 09/30 (30/09 per gli europei) è stato il compleanno della mia sorellina italiana. So che non è niente di ecclatante ed interessante per voi, ma per me è stato un giorno un po’ particolare.

Mi sono infatti resa conto di quanto mi mancasse casa, di quante cose mi stessi perdendo non essendo lì. Io e mia sorella abbiamo il compleanno a solo una settimana di distanza (ma ovviamente abbiamo tre anni di differenza) e quindi da piccole festeggiavamo sempre il compleanno insieme e, anche se negli ultimi anni facevamo feste divise, in casa nostra c’è sempre stata la “settimana dei compleanni” in cui la casa era piena di dolci e regali e in cui si ingrassava come non so cosa perché si dovevano finire i cibi avanzati dalle feste!

Ma quest’anno no, quest’anno non ero lì, quest’anno non c’è stata nessuna “settimana dei compleanni”, nessuna festa condivisa, niente dolci che riempiono casa.

Solo ora, stando tanto lontano da casa, mi sono resa conto di quanto è importante la mia famiglia per me e di quanto lo è anche mia sorella. Solo stando lontano mi sono accorta di quante poche volte ho passato del tempo con lei negli ultimi anni, quante poche volte l’ho aiutata e le ho detto quel “sì” che tanto mi vanto di dire sempre a tutti quelli che hanno bisogno (bambini più piccoli, anziani, bisognosi). Quindi mi sono messa al computer e le ho fatto un video, un video dove le spiegavo tutto questo, un video dove le dicevo quanto le volevo bene e quanto mi mancava, un video dove le auguravo buon compleanno.

L’aver fatto e inviato quel video mi ha come liberata da tutta la mia nostalgia e le mie preoccupazioni, perché da quel momento ero certa che lei sapeva esattamente come stavano le cose e che io ero lì con lei in quel giorno speciale come sempre, solo che non mi poteva vedere, ma ero lì.

Auguri ancora Ellina!! Ti voglio bene!






Shopping for Homecoming!

L’Homecoming, cioè uno degli eventi più importanti della vita “scolastica” degli studenti americani, stava per arrivare (è stato sabato 17) e quindi io mi dovevo procurare un vestito adatto per il ballo, perché ovviamente non ne avevo nessuno!!

Perciò venerdì 10/02 (02/10 per gli europei) sono andata a fare shopping con le mie amiche e….ci siamo divertite un sacco!!

 

Innanzitutto sono stata per la prima volta dentro il centro commerciale di Columbia, la città più vicina (a venti minuti di distante c’è poi Baltimora), ed è tipo stramegagigantesco!! È molto simile al Blu Water, centro commerciale inglese in cui sono stata più volte quando sono stata ospite di un’amica di mia mamma in una cittadina vicino Londra, ma molto più grande!


  

 

All’interno del mall si sviluppa quella che è la nostra “uscita in centro” italiana: ci sono infatti non solo negozi da una parte e dall’altra degli ampi corridoi, ma anche ogni sorta di ristorante e fast food, ci sono poi una grande giostra per bambini, diversi bar e caffè (tra cui ovviamente uno Starbucks), baracchini di varie dimensioni che vendono ice cream o cookies!



















 
Adiacente al mall c’è poi anche un cinema, in modo tale che quest’enorme edificio attira l’attenzione di centinaia di persone e di teenager specialmente durante il weekend.



Io e le mie amiche, dopo aver pranzato (ah sì, dimenticavo di dire che quel venerdì non avevamo scuola perché c’era mi pare aggiornamento per i prof.) in un take away che vendeva solo pollo (delicious!!), ci siamo diretti alla grande caccia…abbiamo iniziato a setacciare negozi di vestiti uno dopo l’altro, perdendoci spesso tra i nuovi arrivi per l’autunno-inverno, come morbidi maglioncini, confortevoli cappelli, giacche eleganti e vestiti sexy….ma alla fine dopo tre-quattro negozi…

 


l’illuminazione…eccolo, era lui, il prescelto! L’ho preso dall’attaccapanni e l’ho portato nel camerino assieme ad altri vestiti da provare…appena l’ho messo addosso….






No, mi dispiace, non è successo un bel niente, non sono diventata super mega figa, né è spuntata una fata magica o quant’altro, ero sempre io…con indosso un vestito relativamente elegante che mi stava stranamente bene. Le mie amiche hanno subito dato il massimo dei voti a questo nuovo modello e ci siamo quindi precipitate alla cassa per comprarlo! 







  
A quel punto abbiamo continuato il nostro viaggio tra i negozi, senza più preoccuparci di trovare qualcosa in particolare, lasciandoci distrarre dalle piccole grandi cose che scovavamo in qua e in là….un cardigan di qua, una collana di là, un paio di jeans fantastici in quest’altro negozio ancora e così via…quando abbiamo guardato l’orologio erano ormai le 4.30 p.m. ed era ora di andare a casa!

È stata veramente un’uscita fantastica che non vedo l’ora di ripetere!! Perché quando sei in compagnia tutto sembra più bello e divertente e tutto è speciale!



My phone died!

Eh, già, come se non bastasse in questo grande pandemonio, tra compleanni, nostalgie, dissezioni e dolci, mi è anche morto il cellulare.


Il mio cellulare era vecchiotto (per gli standerd moderni) nel senso che aveva ormai quattro anni (me lo regalarono proprio per il mio compleanno in prima superiore) e più volte, soprattutto negli ultimi tempi, aveva riscontrato problemi e mal funzionamenti, tanto che l’avevamo addirittura dovuto far resettare un paio di volte. Io però non essendo una teledipendente e sapendo quanto i miei avessero già speso per il viaggio e per il materiale vario da portare qua, ho insistito per tenere il mio vecchio telefono.


Purtroppo però verso la fine di settembre ha iniziato a fare i capricci ed è andato avanti così per un po’ finché non faceva altro che accendersi e spegnersi automaticamente (l’unico modo per farlo smettere è stato togliergli la batteria)!!
Dopo quindi un paio di chiamate su Skype coi miei italiani dove abbiamo provato disperati tentativi di rianimazione per il mio telefono, abbiamo deciso di comprarne uno nuovo



Perciò il sabato successivo (10/03 per gli americani, 03/10 per gli europei) il mio host dad mi ha accompagnata nel negozio più vicino di T-mobile (il mio ente telefonico) e lì ho potuto comprare un fantastico telefono nuovo!


 







È un Samsung Galaxy Core Prime, è bianco…ed è meraviglioso!! Mi piace un sacco perché è perfetto per me: non è di quelli appena usciti (io non posso essere alla moda, è una cosa che non mi appartiene), non è della Apple (qui molti hanno iphone, ma ovviamente costano abbastanza), era in promozione grazia alla mia nuova Sim americana e quindi l’ho potuto comprare ad un prezzo molto basso!!! 






Quindi nulla, tutto questo per farvi capire come gli americani fanno in fretta quando devono comprare qualcosa di nuovo, noi italiani ci avremmo messo molto di più, ne avremmo discusso per giorni in famiglia (giorni durante i quali il povero ragazzo sarebbe stato costretto ad andare a scuola con un vecchio Nokia o BlackBerry proprietà della famiglia ormai da generazioni), avremmo visitato vari negozi diversi e valutato le varie offerte cercando quella più conveniente, avremmo trattato con i commessi per avere uno sconto o comunque un offerta bonus che comprende il giusto bilancio tra miuti, sms, internet e sopravvivenza familiare, avremmo passato due ore al telefono con i nostri amici o coi nostri genitori per decidere qual è il migliore/ più alla moda/ più tecnologico, e potrei andare avanti ancora un bel po’.

(Nota Bene: questa vuole essere solo una riflessione sarcastica e spiritosa, non voglio offendere nessuno, tanto meno la mia amata Italia e gli italiani, di cui mi sento assolutamente parte!!)



Other shop and store

Poi domenica 10/04 in tarda mattinata sono uscita coi miei host parents per andare in diversi centri commerciali a comprare diverse cose per la casa e mi sono divertita un sacco!! La mia host mum è un interior desiner quindi abbiamo passato un sacco di tempo a discutere su forme e dimensioni di lampade e cose simili, e poi nulla nei centri commerciali americani si trova proprio di tutto





































































































Western European Cultur Festival


Domenica (10/04) pomeriggio invece c’era una bellissima iniziativa nella biblioteca vicino a casa: un festival delle Culture dell’Ovest Europa. (per più foto o info sul festival: Festival Culturale dell'europa occidentale)


 

In pratica si arrivava in questa grande sala piena di stand che rappresentavano i vari paesi, poi se volevi potevi fare il giro degli stand per il passaporto, cioè avevi un foglio di carta con un quadratino bianco vicino al nome di ogni stato e una serie di domande.




Tu dovevi andare nello stand di quello stato, rispondere alle domande, aiutato ovviamente da chi gestiva lo stand, e poi ti coloravano il quadratino sul tuo foglio e ti davano qualcosa da mangiare (biscotti o dolci tipici di quel paese!).

Belgio!














Finlandia!













Alcuni libri di leggende finlandesi














Norvegia!















Dolcetti finlandesi/norvegesi














Danimarca!





















Dolcetti danesi















Svezia!
















Scozia!















Francia!














Spagna!














Germania!













Vestito tradizionale bavarese (Germania)






















Portogallo!






















Olanda!

























Italia!





























C’era poi uno spiazzo al centro della sala nel quale si esibivano persone di diverse culture con danze, strumenti, canzoni, letture di poesie e tanto altro! 

 










 


















 








 



















 










 





 

C’erano anche altri exchange student, alcuni di loro tenevano degli stand loro stessi (come due ragazzi dal Belgio, che gestivano lo stand del loro paese).





 Uno degli exchange student, poi, Felix, un ragazzo tedesco che viene nella mia stessa scuola (qui in America), ha addirittura fatto una piccola performance con il trombone suonando brani tipicamente bavaresi (=provenienti da una particolare regione della Germania, la Baviera, quella in cui è nato lui. Per più info su questa regione: Baviera). 



È stato davvero molto divertente e interessante, mi ha però fatto pensare a casa e non solo a quella, anche a tutti i viaggi che ho fatto con la mia famiglia nei vari paesi europei o a tutti i ricordi che ho legati a quei paesi…

 

ad esempio per la Francia c’erano dei pupazzi di Asterix e Obelix, qui nessuno sa chi sono, mentre da noi tutti li conoscono e hanno visto i film…







...poi c’era l’Olanda, tutto lo stand pieno di arancione, e mi ha fatto pensare a quel foulard che abbiamo (nota: in casa mia in italia) di sopra in mansarda nel contenitore dei travestimenti e che era di mamma, e quando ci giocavamo da piccole ci diceva sempre che l’aveva comprato in Olanda (durante i sei mesi di Erasmus che ha fatto lì con l’Università) e che l’arancione era importante per loro perché il tizio che li aveva liberati si chiamava Guglielmo d’Orange (che in inglese vuol dire appunto arancione)….



...poi sono passata davanti alla Spagna ed ecco un sacco di immagini di opere di Gaudì (famoso architetto) e ho pensato a quando i miei per i loro anniversario di matrimonio (mi pare fosse il lor undicesimo anniversario di matrimonio)  sono andati a Barcellona e hanno fatto un sacco di foto vicino a quelle opere. 




Mi hanno anche portato un libro con la vita dell’artista e mi ricordo che ci sono rimasta malissimo quando ho scoperto che è morto in ospedale, senza nessuno dei suoi cari e senza che nessuno sapesse chi fosse, dopo essere stato investito da un tram mentre attraversava la strada, ma si sa tutti i grandi devono fare una tragica fine (e lasciare un’opera incompleta: ha infatti lasciato incompiuta la grande chiesa della Sagrada Familia)…


…E poi quando hanno suonato e cantato le canzoni Irlandesi sono subito tornati nella mia mente i momenti della vacanza “on the road” che abbiamo fatto coi miei due estati fa, tra pub e cascate a picco sul mare





…Allo stand della Danimarca, invece,  c’era un libro originale (una prima pubblicazione del 1818) delle favole di Andersen (per più info su di lui: Has Christian Andersen), il noto autore della Sirenette e della piccola fiammiferaia, e mi sono messa a parlare con il vecchietto (proprietario del libro) della casa-museo dello scrittore a Odense che ho visitato tipo tre-quattro anni fa coi miei…



…ma il peggiore di tutti i ricordi è arrivato quando due signore originarie del sud Italia (che infatti, per quel che si ricordano, parlano più dialetto siciliano che italiano) si sono messe a ballare la tarantella (“the spider dance” come l’hanno chiamata per farla capire agli americani), hanno fatto partire la musica e…

 

eccomi lì, io a sette anni, insieme a mia sorella e ai miei cugini, che ballo la tarantella mentre nostra zia suona l’organetto…noi non seguivamo il ballo canonico, avevamo una versione tutta nostra, uno di noi si metteva in ginocchio per terra mentre gli altri giravano intorno tenendo una mano sulla sua testa a quello che era per terra, dopo un po’ si cambiava giro e poi ci si divideva in coppie e si saltellava a braccetto, poi si cambiava giro anche lì e poi si ricominciava da capo con un altro che si metteva in ginocchio…passavamo pomeriggi interi a fare quel ballo, quanti spettacoli abbiamo organizzato! Quante cavolate si sono dovuti sorbire i nostri genitori?! Quanto ci siamo divertiti!!

Quando quindi è stato il momento di andare ero piena di gioia, ma avevo il terrore che qualcuno, guardandomi negli occhi, avesse potuto vedere quel velo di nostalgia che mi avvolgeva il cuore e velava lo sguardo, specchio dell’anima, come si dice in giro….


 
D’altronde fare un esperienza di scambi all’estero vuol dire proprio questo, conoscere cose nuove, nuove culture, nuove persone, ma anche farsi mancare un po’ l’Italia, capire quanto sia bella e meravigliosa, quanto abbia tutto, quanto sia amata e lodata dagli stranieri, quanto sia “cool!”, e quanto possiamo ancora fare per salvarla,

…perché è così che funziona non aiutiamo il nostro paese andando a cercare opportunità altrove, lo aiutiamo restando, facendo la differenza




I miss you Italy.
 
Grazie per aver letto fino in fondo,
un abbraccio,
A presto,

Fennec Curioso


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