domenica 1 marzo 2015

The story so far- I genitori

Mio padre, mia sorella ed io (sono quella in mezzo),
 in Croazia nel 2005.
Il padre blocca il timone e si avvicina a Margherita da dietro, la sorprende con un abbraccio e la solleva. La luce entra in ogni cosa, attraversa la pelle, arriva dentro la carne. Le braccia forti di suo padre, coperte da una camicia bianca arrotolata sino ai gomiti, la stringono. Si mescola al profumo del mare quello caldo e secco del dopobarba. Appoggia il naso sulla nuca della figlia e le dà un bacio. Fissa l'orizzonte insieme a lei, che prova l' imbarazzo del suo corpo inquieto e nuovo, che sente quasi come una colpa. Però, con suo padre vicino, la linea che spacca in due cielo e mare non fa paura e le si va incontro, a percorrerla, esplorarla, bucarla con la prua, quasi fosse una scenografia di carta.
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“Papà” disse Margherita “ho paura...di cominciare il liceo. Non so se sono all'altezza, se ce la faccio, se i compagni mi staranno simpatici...Se sarò mai qualcuno...Se troverò un ragazzo...Ho paura del latino, io non sono come te...”
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“Qualsiasi cosa succeda ci sono io.”

tratto da Cose che nessuno sa, di Alessandro d'Avenia


Un ritratto di un pavone,
simbolo per eccellenza della vanità
Hey people! Buon primo marzo a tutti!!
Beh, non potete negare che il finale dell'ultimo post mi sia riuscito piuttosto bene, l'avevo già scritto nel diario, però qui sul blog è venuto fuori ancora meglio, con quel collegamento ad effetto tra la conclusione e la citazione iniziale...quando me ne sono resa conto mi sono sentita tipo Dio (come quando ho preso 10 nell'ultima verifica di letteratura Latina su Plauto, insomma)!
Anyway, a voi, di questo sbalzo di vanità improvvisa e di queste robacce da classico tradizionale, importa molto poco, infatti quello che volete sapere è com'è che prosegue la mia storia....

E siccome oggi mi sento generosa, continuerò il mio racconto senza indugiare oltre (a titolo informativo, per chi è curioso o malizioso -come certe mie compagne di classe- volevo dire solo che il testo qui di seguito non è tratto dal mio diario):

Dopo il colloquio individuale non riuscivo più a stare tranquilla: sognavo ad occhi aperti di partire, dopo aver vinto il concorso, verso l'ignoto, mi immaginavo proprio tutti i dettagli, dal vestito che indossavo al colore della valigia...mi sembrava di essere una malata mentale (e forse lo ero!?).
Ma il peggio è stato quando l'abbiamo detto a papà...non è stato proprio moolto contento. Per un anno?! E poi con la scuola come fai? E il greco? E il latino?! E poi se vai lontanissimo, come facciamo?! Se ti ammali? Se fai un'incidente, se ti stuprano?! Eh?! Come facciamo!? E poi se in quella famiglia non si lavano, o sono maneschi, o sono fanatici religiosi?!
Ho provato a spiegargli che le famiglie vengono accuratamente selezionate e quindi sono persone civili e adatte a fare quest'esperienza. Inoltre la scuola non sarà un problema, mi riconoscono tutte le materie, tranne greco e latino, che studierò d'estate quando torno. Poi se mi ammalo (facciamo le corna!!) ci sono benissimo le farmacie, i medici e gli ospedali lì come qui. E sopratutto se hai paura dei terroristi o di altri pazzi, c'è la stessa probabilità che venga uccisa qui che lì. (se ci pensiamo bene infatti, i recenti avvenimenti francesi, ci hanno fatto capire che l'Europa non è così fuori portata come si credeva!)
Ma sul momento non c'è stato niente da fare...

In ogni caso io sono andata avanti imperterrita a fare gli altri passi necessari per proseguire, primo fra tutti il test d'inglese. C'è stato, mi pare, il 24 novembre, un lunedì, me lo ricordo perché è l'unico giorno veramente libero di tutta la settimana e mi ricordo che non ho dovuto saltare niente per andare. Ed era sempre al centro locale (quindi a Ravenna) dell'associazione, insomma quello dov'ero andata per il colloquio individuale. Prima di parlare di com'è andata quel giorno faccio una minuscola premessa (anche se devo imparare ad essere più concisa e ad andare subito al sodo, questa volta è proprio necessario) per chi volesse provare a concorrere per una borsa di studio: fare (e superare) il test d'inglese è obbligatorio solo se si vuole andare in alcuni paesi, come Stati Uniti, India e Thailandia, ma è vivamente consigliato farlo; infatti se non passi non perdi nulla -ovviamente se non vuoi andare nei paesi che lo richiedono- (e poi, se volevi andare in uno di questi paesi, ti danno la possibilità di rifarlo) e se passi hai una speranza in più di farcela perché se, alla fine del concorso, vieni selezionato per un paese che tu non avevi scelto ed è proprio uno di quelli con l'obbligo del test d'inglese, per poter andare ti tocca farlo e magari non lo passi neppure e non puoi partire per questo!!

Quindi io, anche se non sapevo ancora quale programma avrei scelto (perché non sapevo se sarei riuscita a convincere i miei), l'ho fatto. È costituito da più parti: una di ascolto, una di crocette su argomenti generali e una con delle comprensioni del testo (sempre a crocette). Sinceramente il test non era così improponibile, anzi era assolutamente alla portata di tutti i ragazzi della mia età che vanno abbastanza bene in inglese, perciò se siete preoccupati per questo, rilassatevi ci sono cose peggiori nella vita di cui avere paura (tipo una verifica sui pronomi greci!).


E così siamo arrivati al 25 novembre. Quella sera, me la ricordo veramente in modo molto nitido, come se fosse successo cinque secondi fa, avevamo appena finito di vedere un film, saranno state più o meno le undici e mezza, e io mi sono alzata dal divano per andare a letto. Prima di andare in camera però ho tirato fuori il telefono per dargli un'ultima occhiata prima di spegnerlo. Quando l'ho sbloccato ho visto...che mi era arrivata una mail. L'ho aperto in tutta fretta, il cuore in gola, il fiato sospeso, le mani che sudavano perché...poteva essere la risposta al test d'idoneità...

from: volontaria intercultura

Ciao Arianna,
ti informo con piacere che hai superato la prova di idoneità e il test d'inglese. Puoi quindi continuare a compilare il fascicolo e scegliere qualunque programma desideri!
Ti ricordo che, come anticipato in sede di selezione, la data di consegna del fascicolo sarà mercoledì 10 dicembre. Allego l'utile guida per la compilazione.

Buona serata e a domani,
Resp. Invio Ravenna

“Sì!!!” il mio urlo di gioia è rimbombato per tutta la casa, poi mi sono gettata in braccio a mia madre, ancora mezza stravaccata sul divano, e ho iniziato a piangere come una bambina di quattro anni quando scarta il regalo di compleanno e trova la babydoll che sognava da tanto...mi ricordo che mio padre, che stava fumando in cortile, si è spaventato e si è affrettato a rientrare in casa per vedere cos'era successo....un fatto un importante passo verso il mio sogno era appena stato fatto....ovviamente ho subito contattato tutti i miei amici per dar loro la buona notizia (e mi hanno tutti risposto, anche se era quasi mezzanotte!!).

Adesso che potevo partecipare al concorso vero e proprio, che potevo mettermi in gioco sul serio e mostrare quanto ci tenevo a quel progetto, non avevo intenzione di lasciar perdere o di darla vinta ai miei, quindi ho iniziato ad applicare la classica tecnica del “bravo angioletto”: per i giorni successivi mi sono comportata da figlia modello, voti (relativamente) alti a scuola, il pomeriggio passato interamente a studiare (a meno che non avessi altri impegni), i lavori di casa fatti tutti, sempre e senza lamentarmi...quello che mi chiedo è come abbiano fatto a non notare nulla di strano e a non capire che lo stavo facendo apposta...mha, i misteri della vita.

Ma quello che ha convinto davvero i miei genitori è stata la visita delle volontarie di intercultura alla
Ecco alcuni esempi dei dolci che si fanno
per Santa Caterina.
(la foto l'ho presa dal blog: bietolinaincucina.blogspot.ti)
famiglia
, che è avvenuta il 26, se non sbaglio. Le volontarie vengono a casa per vedere un po' qual'è l'ambiente e la situazione familiare e poi per parlare con i genitori sia dei programmi scelti sia di come si deve compilare il fascicolo...diciamo che quel pomeriggio non ho parlato molto: mi sono seduta a tavola e ho iniziato a rimpinzarmi di caterine (eravamo nel periodo attorno alla ricorrenza di Santa Caterina e per tradizione si fanno, o si comprano, per i bambini dei biscotti a forma di bambolina, per le femmine, e di galletto, per i maschi), ascoltando e seguendo la conversazione solo per annuire quando le volontarie accennavano a me o a quello che avevo detto durante il colloquio individuale. È stato molto bello vedere i miei, resi mansueti e buoni dalle parole delle volontarie, alla fine cedere e acconsentire al programma annuale, era come se fossimo d'accordo per una rapina, e questa volta vinceva il ladro...un ladro buono però, tipo Robin-Hood!

Quando le volontarie sono andate via, però, sono uscita dalla mia apatia e... ho iniziato a saltare ovunque e a cantare le mie canzoni preferite a squarciagola...sì, sì, sì!! li avevano convinti, c'erano riuscite davvero!! Ora non restava che, compilare il fascicolo e poi era fatta!! (avrei anche dovuto vincere, oltre che inviare il fascicolo, però in quel momento non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello questo piccolo particolare!)


E qui termina il mio secondo post sul riassunto della mia esperienza fino ad ora, so che è meno interessante del precedente e probabilmente anche del successivo, ma ho voluto dedicare un post interamente a questi tre giorni, perché secondo me il tema del rapporto coi genitori per questo tipo di esperienze (ma anche nella vita in generale) è fondamentale...se loro non sono con te, tu non vai da nessuna parte, quindi devi convincerli (o farli convincere) infatti hai bisogno di tutto il loro aiuto e di tutto il loro supporto, perché delle cose nuove, fidatevi, si ha sempre una fottuta paura.

A presto,
Fennec Curioso


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