Mio padre, mia sorella ed io (sono quella in mezzo), in Croazia nel 2005. |
Il
padre blocca il timone e si avvicina a Margherita da dietro, la
sorprende con un abbraccio e la solleva. La luce entra in ogni cosa,
attraversa la pelle, arriva dentro la carne. Le braccia forti di suo
padre, coperte da una camicia bianca arrotolata sino ai gomiti, la
stringono. Si mescola al profumo del mare quello caldo e secco del
dopobarba. Appoggia il naso sulla nuca della figlia e le dà un
bacio. Fissa l'orizzonte insieme a lei, che prova l' imbarazzo del
suo corpo inquieto e nuovo, che sente quasi come una colpa. Però,
con suo padre vicino, la linea che spacca in due cielo e mare non fa
paura e le si va incontro, a percorrerla, esplorarla, bucarla con la
prua, quasi fosse una scenografia di carta.
[…]
“Papà”
disse Margherita “ho paura...di cominciare il liceo. Non so se sono
all'altezza, se ce la faccio, se i compagni mi staranno
simpatici...Se sarò mai qualcuno...Se troverò un ragazzo...Ho paura
del latino, io non sono come te...”
[…]
“Qualsiasi
cosa succeda ci sono io.”
tratto
da Cose che nessuno sa, di Alessandro d'Avenia
![]() |
Un ritratto di un pavone, simbolo per eccellenza della vanità |
Hey
people! Buon primo marzo a tutti!!
Beh, non potete negare che il finale dell'ultimo post mi sia riuscito piuttosto bene, l'avevo già scritto nel diario, però qui sul blog è venuto fuori ancora meglio, con quel collegamento ad effetto tra la conclusione e la citazione iniziale...quando me ne sono resa conto mi sono sentita tipo Dio (come quando ho preso 10 nell'ultima verifica di letteratura Latina su Plauto, insomma)!
Beh, non potete negare che il finale dell'ultimo post mi sia riuscito piuttosto bene, l'avevo già scritto nel diario, però qui sul blog è venuto fuori ancora meglio, con quel collegamento ad effetto tra la conclusione e la citazione iniziale...quando me ne sono resa conto mi sono sentita tipo Dio (come quando ho preso 10 nell'ultima verifica di letteratura Latina su Plauto, insomma)!
Anyway,
a voi, di questo sbalzo di vanità improvvisa e di queste robacce da
classico tradizionale, importa molto poco, infatti quello che volete
sapere è com'è che prosegue la mia storia....
E
siccome oggi mi sento generosa, continuerò il mio racconto senza
indugiare oltre (a titolo informativo, per chi è curioso o malizioso
-come certe mie compagne di classe- volevo dire solo che il testo qui
di seguito non è tratto dal mio diario):
Dopo
il colloquio individuale non riuscivo più a stare tranquilla:
sognavo ad occhi aperti di partire, dopo aver vinto il concorso,
verso l'ignoto, mi immaginavo proprio tutti i dettagli, dal vestito
che indossavo al colore della valigia...mi sembrava di essere una
malata mentale (e forse lo ero!?).
Ma il
peggio è stato quando l'abbiamo detto a papà...non è stato proprio
moolto contento. Per un anno?! E poi con la scuola come fai? E
il greco? E il latino?! E poi se vai lontanissimo, come facciamo?! Se
ti ammali? Se fai un'incidente, se ti stuprano?! Eh?! Come facciamo!?
E poi se in quella famiglia non si lavano, o sono maneschi, o sono
fanatici religiosi?!
Ho
provato a spiegargli che le famiglie vengono accuratamente
selezionate e quindi sono persone civili e adatte a fare
quest'esperienza. Inoltre la scuola non sarà un problema, mi
riconoscono tutte le materie, tranne greco e latino, che studierò
d'estate quando torno. Poi se mi ammalo (facciamo le corna!!) ci sono
benissimo le farmacie, i medici e gli ospedali lì come qui. E
sopratutto se hai paura dei terroristi o di altri pazzi, c'è la
stessa probabilità che venga uccisa qui che lì. (se ci pensiamo
bene infatti, i recenti avvenimenti francesi, ci hanno fatto capire
che l'Europa non è così fuori portata come si credeva!)
Ma
sul momento non c'è stato niente da fare...
In
ogni caso io sono andata avanti imperterrita a fare gli altri passi
necessari per proseguire, primo fra tutti il test d'inglese.
C'è stato, mi pare, il 24 novembre, un lunedì, me lo ricordo
perché è l'unico giorno veramente libero di tutta la settimana e mi
ricordo che non ho dovuto saltare niente per andare. Ed era sempre al
centro locale (quindi a Ravenna) dell'associazione, insomma quello
dov'ero andata per il colloquio individuale. Prima di parlare di
com'è andata quel giorno faccio una minuscola premessa (anche se
devo imparare ad essere più concisa e ad andare subito al sodo,
questa volta è proprio necessario) per chi volesse provare a
concorrere per una borsa di studio: fare (e superare) il test
d'inglese è obbligatorio solo se si vuole andare in alcuni paesi,
come Stati Uniti, India e Thailandia, ma è vivamente consigliato
farlo; infatti se non passi non perdi nulla -ovviamente se non vuoi
andare nei paesi che lo richiedono- (e poi, se volevi andare in uno
di questi paesi, ti danno la possibilità di rifarlo) e se passi
hai una speranza in più di farcela perché se, alla fine del
concorso, vieni selezionato per un paese che tu non avevi scelto ed
è proprio uno di quelli con l'obbligo del test d'inglese, per poter
andare ti tocca farlo e magari non lo passi neppure e non puoi
partire per questo!!
Quindi
io, anche se non sapevo ancora quale programma avrei scelto (perché
non sapevo se sarei riuscita a convincere i miei), l'ho fatto. È
costituito da più parti: una di ascolto, una di crocette su
argomenti generali e una con delle comprensioni del testo (sempre a
crocette). Sinceramente il test non era così improponibile, anzi era
assolutamente alla portata di tutti i ragazzi della mia età che
vanno abbastanza bene in inglese, perciò se siete preoccupati per
questo, rilassatevi ci sono cose peggiori nella vita di cui avere
paura (tipo una verifica sui pronomi greci!).
E
così siamo arrivati al 25 novembre. Quella sera, me la ricordo
veramente in modo molto nitido, come se fosse successo cinque secondi
fa, avevamo appena finito di vedere un film, saranno state più o
meno le undici e mezza, e io mi sono alzata dal divano per andare a
letto. Prima di andare in camera però ho tirato fuori il telefono
per dargli un'ultima occhiata prima di spegnerlo. Quando l'ho
sbloccato ho visto...che mi era arrivata una mail. L'ho
aperto in tutta fretta, il cuore in gola, il fiato sospeso, le mani
che sudavano perché...poteva essere la risposta al test
d'idoneità...
from:
volontaria intercultura
Ciao Arianna,
ti
informo con piacere che hai superato la prova
di idoneità e
il test
d'inglese.
Puoi quindi continuare a compilare il fascicolo e scegliere qualunque
programma desideri!
Ti
ricordo che, come anticipato in sede di selezione, la data
di consegna del fascicolo
sarà mercoledì
10 dicembre.
Allego l'utile guida
per la compilazione.
Buona
serata e a domani,
Resp.
Invio Ravenna
.jpg)
Adesso che potevo
partecipare al concorso vero e proprio, che potevo mettermi in gioco
sul serio e mostrare quanto ci tenevo a quel progetto, non avevo intenzione di lasciar
perdere o di darla vinta ai miei, quindi ho iniziato ad applicare la
classica tecnica del “bravo angioletto”: per i giorni
successivi mi sono comportata da figlia modello, voti (relativamente)
alti a scuola, il pomeriggio passato interamente a studiare (a meno
che non avessi altri impegni), i lavori di casa fatti tutti, sempre e
senza lamentarmi...quello che mi chiedo è come abbiano fatto a non
notare nulla di strano e a non capire che lo stavo facendo
apposta...mha, i misteri della vita.
Ma quello che ha convinto
davvero i miei genitori è stata la visita delle volontarie di
intercultura alla
famiglia, che è avvenuta il 26, se
non sbaglio. Le volontarie vengono a casa per vedere un po' qual'è
l'ambiente e la situazione familiare e poi per parlare con i genitori
sia dei programmi scelti sia di come si deve compilare il
fascicolo...diciamo che quel pomeriggio non ho parlato molto: mi sono
seduta a tavola e ho iniziato a rimpinzarmi di caterine (eravamo nel
periodo attorno alla ricorrenza di Santa Caterina e per tradizione si
fanno, o si comprano, per i bambini dei biscotti a forma di
bambolina, per le femmine, e di galletto, per i maschi), ascoltando e
seguendo la conversazione solo per annuire quando le volontarie
accennavano a me o a quello che avevo detto durante il colloquio
individuale. È stato molto bello vedere i miei, resi mansueti e
buoni dalle parole delle volontarie, alla fine cedere e acconsentire
al programma annuale, era come se fossimo d'accordo per una rapina, e
questa volta vinceva il ladro...un ladro buono però, tipo Robin-Hood!
![]() |
Ecco alcuni esempi dei dolci che si fanno per Santa Caterina. (la foto l'ho presa dal blog: bietolinaincucina.blogspot.ti) |
Quando le volontarie sono andate via, però, sono uscita dalla mia apatia e... ho iniziato a saltare ovunque e a cantare le mie canzoni
preferite a squarciagola...sì, sì, sì!! li avevano convinti,
c'erano riuscite davvero!! Ora non restava che, compilare il
fascicolo e poi era fatta!! (avrei anche dovuto vincere, oltre che
inviare il fascicolo, però in quel momento non mi è passato neanche
per l'anticamera del cervello questo piccolo particolare!)
E qui termina il mio
secondo post sul riassunto della mia esperienza fino ad ora, so che è
meno interessante del precedente e probabilmente anche del
successivo, ma ho voluto dedicare un post interamente a questi tre
giorni, perché secondo me il tema del rapporto coi genitori per
questo tipo di esperienze (ma anche nella vita in generale) è fondamentale...se loro non sono con te,
tu non vai da nessuna parte, quindi devi convincerli (o farli
convincere) infatti hai bisogno di tutto il loro aiuto e di tutto il
loro supporto, perché delle cose nuove, fidatevi, si ha sempre una
fottuta paura.
A presto,
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