
George Sheeha
Gli uomini non vivono, ma sono sempre in attesa di
vivere: rimandano tutto al futuro.
Lucio Anneo Seneca

L’attesa di una telefonata si va intessendo di una rete di piccoli divieti, all’infinito, fino alla vergogna…
proibisco a me stesso di uscire dalla stanza, di andare al gabinetto, addirittura di telefonare (per non tenere occupato l’apparecchio):
per la stessa ragione io soffro se qualcuno mi telefona..

Tutti questi diversivi sono dei momenti perduti per l’attesa, delle impurità d’angoscia, poiché, nella sua purezza, l’angoscia dell’attesa esige che io me ne stia seduto in una poltrona con il telefono a portata di mano.. senza far niente.
R. Barthes, Frammenti di un discorso amoroso
Ciao a tutti!! Come va? Vi state godendo
l’estate?! Vi state divertendo?!
Io sì, un sacco, sto facendo un sacco di
cose belle e interessanti. Ho riempito le mie vacanze estive con attività e
progetti….per fortuna! Dico così perché più passa il tempo e più mi rendo conto
di quanto sia snervante e insopportabile
quest’attesa. Il non sapere dove
andrò, quando, in quale famiglia…è davvero orribile!
E la cosa più angosciante di tutte è che
non posso fare nulla per velocizzare le
cose, solo aspettare.
E cosa lo sto scrivendo a fare allora
questo post? Per lamentarmi e farmi compiangere e compatire da voi! Ovviamente
no, sto scherzando. L’ho scritto intanto per farvi sapere che sono ancora viva
e poi perché qualcosa è successo in queste ultime settimane, qualche piccola
comunicazione da Intercultura, e il viaggio a Firenze dal Console per il Visto…
So let’s start!
·
Rapporto con la scuola italiana….
Ma come funziona quindi il rapporto con la scuola italiana?
Possono bocciarmi quando torno? Devo recuperare delle materie? Con chi parlo
durante l’anno all’estero?
Siccome sono
domande che mi sono posta anch’io un milione di volte prima di entrare a tuti
gli effetti nel mondo di Intercultura, ho pensato che possano essere utili ad
un futuro exchange student e quindi ho deciso di rispondere qui di seguito…
Questo fantomatico
rapporto con la scuola italiana in realtà, se la scuola collabora ed è
disponibile, è in realtà molto semplice. Infatti secondo lo statuto di
Intercultura le scuole devono riammettere
lo studente, una volta tornato dalla sua esperienza, nella stessa classe in
cui era prima (stessi compagni e stessi prof.) e devono promuoverlo automaticamente se sta via un intero anno (lo studente
deve però portare una serie di certificati
e attestati che testimonino la sua effettiva partecipazione ad un programma
scolastico di AFS). Poi però sta alla scuola decidere come farlo: alcune scuole
prevedono unicamente un veloce discorso
con il preside; altre fanno sottoporre lo studente a degli esami nelle materie più difficoltose
che non ha potuto studiare quando era via o che sono fondamentali per la scuola
che frequenta in Italia (per esempio greco, latino, fisica, matematica,
filosofia, spagnolo, tedesco, ecc.). In ogni caso questi esami, solitamente
orali, serviranno unicamente a valutare che crediti conferire allo studente e qual è il suo livello (cosa che, tra l’altro, serve molto anche allo studente
stesso perché così si rende conto di quali materie deve recuperare: la maturità
dobbiamo farla tutti, alla fine!!).
E poi durante
tutto il percorso all’estero, lo studente è in contatto con uno dei suoi professori: il tutor (il mio ad esempio è la prof. d’inglese). Il tutor è una
figura molto importante infatti tiene aggiornato
lo studente sugli argomenti svolti a scuola e poi decide esattamente con
lui quali sono le modalità di
reinserimento a scuola e le materie
di cui dovrà fare l’esame. Inoltre attraverso il tutor è possibile anche
comunicare con altri prof della scola per scambiarsi
vari materiali, ad esempio io invierò delle versioni di greco e latino da
farmi correggere.
Come vedete quindi Intercultura è molto
organizzata in tutti i campi che coinvolgono la tua esperienza, certo che, come
ho accennato prima, ci vuole una certa
apertura anche da parte della scuola: può capitare infatti che uno sia il
primo di tutta la scuola a partire oppure che ci sia un preside o un prof particolarmente
ostinati o attaccati alle loro idee , che quindi fanno di tutto per non farti
partire, bersagliandoti con frecciatine riguardo alla valanga di cose che
dovrai recuperare quando tornerai! Intercultura però, pur essendo questi casi
non troppo frequenti, interviene anche in queste situazioni, infatti se ci sono
problemi con la scuola bisogna parlarne prima con i volontari locali che
proveranno a risolvere la questione
incontrando o contattando la scuola (o il preside), e poi eventualmente (se
proprio il problema persiste!) si può comunicare la cosa al centro nazionale.
·
Il Visto
Eccoci qua!
Affrontiamo un altro argomento spesso oggetto di domande e incomprensioni…il
visto. (Io come sempre parlerò di quella che è la mia esperienza personale e
quindi non so com’è esattamente per chi farà programmi più corti o comunque di
natura diversa da quello che farò io) Io devo avere per stare via un anno un
visto per studenti, che quindi mi
permette di soggiornare negli States
e di frequentare una scuola lì.
Moduli compilati per la richiesta del Visto |
Anche in questo caso Intercultura è molto efficiente infatti invia tutti i moduli che devi compilare per fare richiesta per il visto (ti fanno una
serie di domande…anche piuttosto assurde, tipo se hai intenzione di andare là
ad uccidere il presidente o se sei un capo di una società di stampo terroristico!)
e poi provvede a prendere un
appuntamento per tutti quelli che devono partire per gli USA nel consolato americano più vicino (in
Italia ce ne sono tre: uno a Milano, uno a Firenze e uno a Roma.
Qui sopra ecco alcune delle strane domande che c'erano nel modulo per la richiesta del Visto.
Biglietti del treno (alta velocità) |
Quello di
riferimento per l’Emilia-Romagna e quindi quello dove dovrò andare io è quello
di Firenze!). Il mio appuntamento l’avevano fissato per venerdì 10 luglio alle 8.30. Siccome nessuno mi poteva portare in
macchina ho deciso di andare in treno
con la Freccia Rossa, solo che questo treno parte solo da Bologna.
Per questo motivo sono
andata a Bologna col treno regionale giovedì e poi sono stata a casa di mia zia
per la notte e il giorno dopo alle 5.45 ero in stazione per il treno verso
Firenze!
![]() |
Stazione di Bologna, ora 5:45 |
Biglietti del treno regionale |
Al binario ho incontrato anche delle altre ragazze del mio centro locale di Interultura e con loro ho poi
fatto la strada dalla stazione al consolato…che era davvero un bell’edificio
proprio sull’Arno!
Indicazioni stradali per il consolato |
![]() |
Facciata del palazzo del Consolato |
![]() |
Io e le mie amiche appoggiate sugli argini del fiume di fronte al consolato! |
Al consolato ci
aspettavano due volontarie che ci
hanno chiesto i nomi e ci hanno messe in fila per entrare, dopo un’oretta circa
hanno iniziato a farci entrare nel consolato a piccoli gruppetti (cinque/sei per volta) io sono entrata tipo nel
secondo gruppo…per prima cosa un vigile fuori dall’edificio ti faceva svuotare
le tasche dei pantaloni (nel caso ci fosse stato qualcosa dentro) e spegnere il
cellulare, poi all’interno altri due poliziotti ti facevano passare sotto il
metal detector e controllavano anche cosa avevi nello zaino/borsa e poi
finalmente si entrava in una saletta
lunga e stretta piena di sportelli
(tipo quelli delle poste).
Opuscoletto infomativo |
Aspettavi un paio di minuti e poi una delle
segretarie ti chiamava e tu ti avvicinavi ad uno degli sportelli, loro prendono
il tuo passaporto (che ti ridaranno
solo il giorno della partenza) e le tue impronte
digitali, poi in un altro sportello devi fare una firma e alla fine arrivi all’ultimo sportello dove c’è il console
(o il viceconsole, come nel mio
caso) che ti prende di nuovo le impronte digitali ti fa un paio di domande tipo
in che paese andrai o cose così ( a me ha solo detto “Ciao, buon viaggio”) e
poi ti consegna il Visto (un foglio A4 con le tue informazioni anagrafiche e la
firma del viceconsole) e un opuscoletto (con alcune informazioni sui diritti he avrai come italiano mentre sarai in america) .
A quel punto sono uscita fuori e ho consegnato il
foglio alle volontarie che me lo restituiranno
solo a Roma il giorno della partenza.
Poi ho guardato il telefono e…erano le 11.30!! In sostanza è una cosa che ti
occupa solo poche ore e non è di nessuna difficoltà, è veramente una cosa molto tranquilla (è sicuramente seria,
e bisogna comunque mantenere un certo comportamento e contegno, ma non richiede
nessuna particolare abilità), è stata solo una sfacchinata per gli orari e il
treno, ma per il resto è stato molto divertente!
Anche perché usciti di lì
siamo andate a fare un giro per Firenze e siamo tornate a casa solo nel
pomeriggio!!
![]() |
Piazza della Signoria, Firenze (scusate la foto orribile, ma l'ho fatta col cell!) |
·
Altri moduli da leggere e firmare….
o ancora la richiesta della pagella dell’anno appena concluso (infatti devi
dimostrare di essere stato promosso o altrimenti di aver recuperato le materie
in cui non avevi il 6 pieno prima della partenza).
·
Le date di partenza…
L’unica novità veramente interessante
riguardo alla mia esperienza con Intercultura è che è arrivata una mail con le
possibili date di partenza…infatti per gli States ci saranno due ondate una che avrà la convocazione
a Roma fissata per l’11 agosto,
l’altra per l’8 settembre…ovviamente
non ci è ancora stata detta quale di queste due sia la data in cui partiremo
effetivamente…io spero tanto di partire l’11, perché così ho più tempo per ambientarmi in famiglia
prima he inizi la scuola e poi perché così partirò prima e l’attesa sarà più breve!
Per ora è tutto, grazie per aver letto fin qua e scusate se sono mancata per un po', a presto!!
Fennec Curioso
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